Comunicare in modo efficace… come?

By 21 Giugno 2015 BLOG No Comments

Tu sei un fantastico creatore di problemi…
devi semplicemente comprenderlo ed ecco che
all’improvviso, tutti i problemi scompaiono.
Tu sei perfettamente in forma: sei nato perfetto,
il messaggio è tutto qui.
Osho

Questo pensiero di consapevolezza lo dedico a tutte le persone che desiderano utilizzare la comunicazione come strumento di cambiamento aiutando cosi la propria consapevolezza ad avere un più alto senso del sé e di conseguenza, fiducia nelle proprie capacità.

Nel precedente articolo abbiamo parlato di due tipologie di persone sulla base del comportamento comunicativo che tengono : Passive e Aggressive.
Entrambi i gruppi, abbiamo visto essere il prodotto di una comunicazione disfunzionale che allontana la persona dal proprio benessere e da ciò che nella realtà vorrebbe comunicare all’altro.
Personalmente ritengo che ognuno di noi, ha dentro se stesso un potere, un tesoro personale che permettere di generare sogni creando la propria vita e gli avvenimenti che sono per noi efficaci.
Quello che siamo, quello che pensiamo di noi stessi è opera solo ed esclusivamente nostra; siamo noi i responsabili di come agiamo, di cosa vogliamo diventare e di come vogliamo essere. Ogni nostro pensiero, ogni idea, ogni sogno generato dalla nostra mente e comunicato attraverso il linguaggio crea il nostro futuro e successivamente, attraverso l’esperienza pratica e le relazioni generiamo esperienze che si riflettono su altre persone.
Suggerisco spesso, ad un certo punto dei percorsi di Counseling, di cominciare a fare esperienze, di mettere in pratica ciò che nel colloquio viene chiarito e capito e questo proprio perché le situazioni permettono di esercitare il nostro potere attraverso l’ uso della comunicazione, dei suoi processi, e delle sue regole.
Per diventare ”efficaci” nella comunicazione è necessario ricercare in se stessi, approfondendo la propria conoscenza e interpretando questo procedere come la ricerca di un miglioramento continuo dei propri comportamenti con lo scopo di avere una qualità di vita migliore.
Per conoscersi c’è bisogno di riflettere e sperimentare.
Le teorie psicanalitiche ricercano nel passato le cause dei disagi che la persona ha nel presente, spesso vengono fatti percorsi lunghissimi sostando sull’elaborazione di un passato, di una sofferenza che sentiamo dentro e che ci blocca. Per mia diversa formazione credo che guardare indietro, cercare nel passato sia importante e significativo ma restando ben aderenti al fatto che si guarda indietro al solo scopo di andare avanti… qualcuno in una nota canzona diceva ” la vita è adesso” e aggiungo ”da ieri veniamo ma è a domani che siamo diretti”. Questo cammino indubbiamente non è sempre lineare, i vissuti condizionano al punto di bloccare la persona facendola sentire incapace di gestire il proprio domani.
L’incoraggiamento a sperimentare, come dicevo prima, è un modo per far si che la persona riacquisti fiducia, si renda consapevole che spesso i blocchi che sentiamo non sono nostri ma sono frutto di un apprendimento sbagliato. Ognuno di noi ha dentro di se le risorse per rendere la propria vita un capolavoro personale.

In questi ultimi anni c’è stato un crescendo d’interesse nei confronti della PNL, tecniche specifiche per mettere in pratica la propria efficacia. Indubbiamente tali tecniche sono molto utili ma, come dicevo prima, senza un percorso di riflessione e chiarificazione sul perché sentiamo dentro di noi certe difficoltà diventano tecniche, valide, ma percorribili solo a metà perché per quanto vengano spiegate e all’apparenza risultino ”facili” per far si che le tecniche si tramutino in ”nostri atteggiamenti” c’è bisogno di interiorizzarle e capire come ognuno di noi, nella propria diversità, ne può trarre vantaggio.

Nella relazione non è importante con chi comunicate, se un intellettuale, un burocrate, un artigiano, un insegnante o un manager, ma bensì come comunicate con loro. L’ essere assertivi prevede il riuscire ad adeguare i comportamenti alle emozioni manifeste e i contenuti ai fatti. Questo significa che non importa riempire l’altro di parole e concetti, ma semplicemente comprenderlo coinvolgendolo nel soddisfare le vostre e le sue esigenze. Potrei quindi dirvi che il primo segreto nella comunicazione risiede nell’ascolto, e attraverso l’ascolto si equilibra il rapporto con l’altro e prende forma il comportamento assertivo; l’equilibrio sta nel comportarsi con reciprocità rispettandosi nelle idee, nei fatti e condividendo degli obiettivi.
La comunicazione assertiva ha un grosso potere in sé:

Rompe gli schemi classici della comunicazione e dei comportamenti; accende una nuova luce non
solo alla disciplina del comunicare, ma anche del pensare, del progettare, dell’analizzare.
.
L’assertività e il suo proprio modo di comunicare e comportarsi, è un nuovo mattone da inserire nella costruzione dell’evoluzione dell’uomo.
I primi ominidi evolutisi sulla terra avevano un linguaggio prevalentemente non verbale e gutturale con comportamenti aggressivi; successivamente l’uomo ho iniziato a comunica in modo più equilibrato senza esprimere il binomio estremo della comunicazione (aggressivo-passivo) ma sperimentando nell’evoluzione della specie uomo, forme sociali più evolute (dall’orda primitiva alle democrazie moderne, dalla lotta per la sopravvivenza alla manipolazione e gestione ottimale e allargata delle risorse) e modelli di comunicazione più efficaci, ed è proprio da questi modelli che arriviamo all’importanza dell’assertività .
Essa è a tutti gli effetti un modello comportamentale e di comunicazione che evolve l’uomo.
La comunicazione è uno scambio ed è il motore dell’evoluzione.

L’assertività è la capacità che un individuo ha di utilizzare, in ogni situazione di relazione, comportamenti e modalità di comunicazione più idonee ad instaurare reazioni positive nell’interlocutore riducendo la possibilità di generare comportamenti aggressivi.
La comunicazione assertiva possiamo quindi considerarla come un metodo di interazione che si attua attraverso i seguenti comportamenti:

• Un comportamento partecipe attivo e non in contrapposizione con l’altro.

• Un atteggiamento responsabile, caratterizzato da piena
fiducia in sé e negli altri.

• Un comportamento completo che manifesta pienamente il proprio sé, funzionale all’affermazione dei propri diritti senza negare i diritti e l’identità dell’altro.

• Un atteggiamento che non giudica privo di critiche non costruttive verso l’altro ovvero senza pregiudizi.

• La capacità di comunicare i propri sentimenti in maniera chiara e diretta e onesta senza manifestare aggressività o essere minacciosi verso l’altro.

L’assertività (dal latino ad serere) significa «asserire» o anche affermare se stessi. L’assertività è una caratteristica della comunicazione che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie opinioni.

COSA NON PERMETTE LO SVILUPPO DI UNA CONDOTTA ASSERTIVA?

Alcune delle cause che inibiscono lo sviluppo di una condotta assertiva favorendo condotte passive o aggressive possono essere:

• Il cattivo apprendimento di comportamenti per rispecchiamenti di condotte errate in ambito familiare.
• Esperienze negative che hanno generato ansia e depressione.
• Un’educazione troppo rigida che non valorizza la persona e le sue aspirazioni ma semplicemente stupide e pratiche regole di vita (grosso limite allo sviluppo della componente creativa).
• La bassa autostima.
• Credenze limitanti.
• Mancanza di indipendenza.
• Il bisogno di esercitare il controllo sugli altri.

L’esercizio e l’allenamento ad un comportamento assertivo, potenzia la capacità di produrre la comunicazione non verbale e la consapevolezza di quest’ultima potenzia il comportamento assertivo.

Le principali capacità relazionali non verbali sono:
– sincronizzazione;
– aspetto fisico;
– osservazione;
– contatto oculare;
– mimica facciale;
– spazio sociale;
– prossemica;
– tono della voce;
– volume della voce;
– gestualità;
– postura.
Su queste capacità possiamo esercitare il nostro comportamento; quando siete in autobus, o davanti ad uno specchio a truccarvi o radervi, quando conversate con un amico… provate a sviluppare, utilizzare e accentuare una delle suddette capacità e verificate gli effetti che provoca sui vostri interlocutori. Una buona sincronizzazione implica un’ attenta sensibilità percettiva non verbale, questo permette una selezione degli eventi e di conseguenza l’analisi e valutazione della realtà. I nostri comportamenti non verbali spesso invece rivelano il modo in cui poniamo delle resistenze sia verso situazioni di relazione che verso il cambiamento; tali modi posso essere quelli di:

• Indugiare, facendo dell’altro o perdendo tempo.
• Arrivare in ritardo.
• Non prestare attenzione.
• Provocare per rompere una relazione.
• Guardare altrove e non l’interlocutore.
• Lasciare la stanza (ad esempio una riunione).
• Essere maleducati.

Formulazione di idee e concetti su noi stessi che ci limitano e creano delle resistenze al cambiamento come:

– sono troppo vecchio;
– sono troppo debole;
– sono troppo grasso;
– sono pigro;
– non capisco nulla;
– sono troppo aggressivo nelle relazioni;
– sono troppo passivo nelle relazioni;
– sono troppo povero;
– sono troppo ricco;
– non porto a termine mai nulla;
– sono un fallito
– sono un timoroso
– sono troppo serio
– sono troppo leggero
– sono distruttivo
– sono razionale
– sono pignolo
– sono troppo emotivo

La comunicazione fa parte di ogni istante della nostra esistenza; quello che rappresentiamo agli altri (la nostra immagine) è un linguaggio organizzato, fatto di simboli segni e significati ed esso stesso deriva da un insieme di ” tante relazioni” che abbiamo instaurato con l’ambiente circostante.
Le nostre relazioni prendono una forma assertiva quando gli aspetti cognitivi, affettivi e comportamentali dei comunicanti, attraverso la comunicazione, generano un riequilibrio della
fiducia del sé. Una condizione assertiva nella comunicazione rappresenta un’importante modalità di relazione attraverso cui impariamo ”la progettualità tra gli interlocutori” cioè il risveglio delle responsabilità reciproche, la presa di coscienza del proprio ruolo e dei propri obblighi, per finire arrivare a concentrarsi su un’immagine di noi stessi più positiva al fine di sviluppare una maggiore autostima.