IcounselingL DIALOGO DELLE VOCI

Il Voice Dialogue è uno strumento di comunicazione come pure un metodo di trasformazione e di evoluzione della coscienza ideato da due psicoterapeuti americani, il dott. Hal Stone e la Dott.ssa Sidra Stone, che consente di esplorare e “dare voce” ai numerosi sé che vivono in ognuno di noi.

Alla base di questo innovativo strumento vi è la Teoria della Psicologia dei Sé.

Per capire come si sviluppano i sé bisogna cominciare dalla nascita. Un bambino viene al mondo in una condizione di estrema vulnerabilità, senza protezione, né difese, ma soltanto con una vibrazione o una qualità unica che lo distingue e che gli Stone hanno chiamato ”impronta psichica”. Questo stato,che si può definire “essenziale”, non dura a lungo; presto il nuovo nato comincia la sua interazione con le figure di riferimento e con il mondo esterno. Quasi subito impara che certi suoi comportamenti generano, nella madre, alcune risposte positive, altre meno. Così, inevitabilmente, alcuni modi di agire vengono ripetuti, altri invece abbandonati poichè alcune  risposte che ottiene  non sono utili ai bisogni di accudimento, amore, nutrimento e gratificazione di ogni bambino appena nato ha bisogno.

La nascita della personalità coincide con l’emergere di quella coscienza che presta attenzione alle indicazioni provenienti dall’ambiente esterno . Uno dei primi se a comparire sulla scena è il ”controllore” o il ”protettore” che ha proprio la funzione di osservare il mondo esterno e stabilire quali comportamenti saranno premiati, risulteranno simpatici, attireranno attenzione e appagheranno i bisogni. Da questo momento in poi si ha la perdita della spontaneità. Il bambino rinuncia a esprimere una parte della propria natura perché si accorge che non è gradita all’ambiente esterno.

Successivamente, in stretta collaborazione con il sé protettore, nascono altri sé che possono essere pacifici o aggressivi, responsabili o irresponsabili, altruisti o bisognosi, autonomi o dipendenti, sicuri di sé o insicuri, incoraggianti o giudicanti, affidabili o inaffidabili, a seconda delle influenze derivanti dalla famiglia, dalla cultura, dal sesso, dalla scuola e da tutte le persone importanti che si incontrano nella vita. La personalità, secondo la Teoria della Psicologia dei Sé, è un sistema di parti o di schemi di energia che prende vita per aiutarci a proteggere la vulnerabilità, a garantire il soddisfacimento dei nostri bisogni fondamentali e che ci rende forti e potenti.

La società in cui viviamo non incoraggia la vulnerabilità, ma premia il successo, il saper fare, l’essere vincenti e così, per gran parte della vita, non facciamo altro che privilegiare ed alimentare quelle parti di noi che vengono stimate ed apprezzate a scapito di quelle ritenute poco importanti per la riuscita nelle società. Tutto ciò  è un processo normale, non vi è nulla di sbagliato o di patologico ma porta comunque conseguenze spiacevoli. La più importante è la perdita del contatto con la nostra “impronta psichica”, il nostro nucleo essenziale, quello che ci caratterizza e con il quale siamo venuti al mondo.

untitledNon essere in contatto con la vulnerabilità significa non avere accesso ai nostri sé più sensibili,  tra cui il sé bambino, il quale sente il proprio corpo ed i messaggi che esso gli manda, sa come creare un contatto autentico con le persone, prova emozioni di gioia e di terrore, ha fantasia e creatività. Lo schema di energia che corrisponde al bambino sa come essere, mentre il resto della nostra personalità sa come fare e come comportarsi. Nella nostra società, a cinque anni di età, la parte corrispondente al bambino vulnerabile è quasi sempre rinnegata.  Il nostro sé protettore infatti, per far fronte alle richieste dell’ambiente, sceglie di liberarsi di questa energia essenziale, troppo fragile per sopravvivere nel mondo. Alcuni sé sono definiti primari poichè sono comparsi sulla scena per primi ed è con questi che ci  identifichiamo. In poche parole sono quello che noi crediamo di essere. Se ci viene chiesto di dire come siamo, sicuramente ci riferiremo ai sè primari, ad esempio: sono una persona precisa, pragmatica ed indipendente.

Secondo la Teoria della Psicologia dei Sé, per ogni sé primario ne esiste uno uguale ed opposto che viene misconosciuto, rigettato e represso con il quale non ci si riconosce e che va a costituire il nostro lato d’ombra, quello fatto dei sé rinnegati. Il Voice Dialogue consente di dialogare letteralmente con le diverse parti che costituiscono la personalità di ognuno di noi, trattandole come entità separate ed autonome con proprie idee, credenze, energia ed interessi. Ogni volta che si dà voce ad un sè e poi ci si separa da esso, si sperimenta una nuova posizione, caratterizzata da consapevolezza e lucidità, nella quale non si è più identificati con uno o l’altro aspetto di noi, ma si è presenti ed in grado di accogliere ogni sfaccettatura che fa parte del nostro essere.