IL COUNSELING SISTEMICO RELAZIONALE

ll Counseling è un’attività professionale che si propone di aiutare le persone a trovare soluzioni pratiche ai loro problemi di tipo comunicativo – relazionale.

Costituisce un valido strumento per aiutare a portare chiarezza nella definizione di problemi specifici, prendere decisioni, affrontare momenti di crisi, confrontarsi con i propri sentimenti ed i propri conflitti interiori o migliorare le relazioni con gli altri nel rispetto dei valori, delle risorse personali e della capacità di autodeterminazione di ognuno.
L’organizzazione mondiale della sanità descrive il Counseling come: “ un processo che, attraverso il dialogo e l’interazione aiuta le persone a risolvere e gestire problemi e a prendere decisioni; coinvolge un cliente e un counselor: il primo è un soggetto che sente il bisogno di essere aiutato, il secondo è una persona esperta, imparziale, non legata al cliente, addestrata all’ascolto, al supporto e alla guida”. Il Counseling non  è psicoterapia, come la psicoterapia non è counseling. Si tratta di discipline autonome e diverse, con diversi ambiti di competenza.

psychotherapie_eingang_878c66Il Counseling è una relazione d’aiuto e di orientamento che si occupa in prevalenza di problemi interpersonali o sociali della persona, limitati e specifici all’area del conflitto che li ha evidenziati e scatenati (es: una malattia, un lutto, una separazione, una situazione lavorativa difficile, relazioni conflittuali con i figli, problemi adolescenziali).

E’ uno strumento in  risposta ai bisogni che emergono dalle difficoltà del vivere sociale e relazionale, dall’esposizione alla confusione di obbiettivi e ad un diffuso senso di insicurezza che connotano la contemporaneità. Vivere nella complessità è come muoversi all’interno di dilemmi. Si può osservare, ad esempio, la progressiva usura dei legami sociali, l’impoverimento dei valori condivisi e l’innalzamento dei livelli di conflittualità, di diffidenza se non di vera e propria violenza, coesistere con il riemergere di un bisogno diffuso di relazione che per trovare risposte positive necessiterebbe di competenze comunicative  la cui penuria è testimoniata proprio dalla esilità  del tessuto  sociale  e così via. Sono allora individui, gruppi ed organizzazioni, indistintamente, ad avere necessità degli strumenti del counselling per ridefinire i propri confini identitari ed impostare strategie adattive efficaci e funzionali.

Il counselling rappresenta la risposta a tale richiesta, non solo d’aiuto, ma anche di  conoscenza, consapevolezza e guida nella rete degli eventi in cui si vive.  E’ un compito impegnativo proprio perché si entra nelle maglie della vita “normale” per  aiutare l’altro nella ricerca del suo senso di esistenza. La cultura del counselling è uno strumento fondamentale per promuovere una vera e propria “ecologia dei rapporti interpersonali”. Anche il concetto di “empowerment” appartiene a questo orizzonte di significati e si riferisce alla progressiva acquisizione di capacità e competenze indispensabili per agire positivamente nel mondo, affermando il proprio diritto ad essere protagonisti del cambiamento. Non stupisce, allora, che il counseling concorra con il suo specifico contributo alla creazione di legami sociali fondati sul rispetto reciproco, sulla solidarietà e sul dialogo.

LA CORNICE TEORICA SISTEMICO RELAZIONALE

Il counselling nasce come approccio centrato sulla persona, che si traduce, in termini operativi, nella capacità di ascoltare il richiedente con un atteggiamento empatico e adottando uno stile non direttivo nella conduzione del colloquio.

Il counselling sistemico relazionale, senza nulla togliere all’importanza dell’ascolto, pone  la propria attenzione sul ruolo centrale della domanda e sul suo potenziale chiarificatorio  e di sviluppo,  e consegna al counsellor un ruolo attivo.  Quest’ultimo,  cerca di fondere sapientemente la capacità di ascoltare e di domandare per creare uno strumento d’aiuto elegante, completo e molto versatile. Il counsellor sistemico-relazionale, tanto nel colloquio con una singola persona che con una famiglia o un gruppo, coniuga l’attenzione al mondo interno del richiedente con l’interesse per la sua rete di relazioni significative, per giungere ad una sintesi che valorizza il ruolo attivo del richiedente stesso nella sua costruzione del mondo e dei suoi significati.

Un punto fondamentale del pensiero sistemico relazionale, nella definizione della interazione tra organismo ed ambiente, è l’idea di coevoluzione, sarebbe a dire che gli organismi non subiscono l’ambiente ma lo creano e lo definiscono; infatti, un ambiente non può esistere in assenza di organismi e sono gli organismi che attraverso la loro azione lo costruiscono e ricostruiscono, e ne determinano la natura. Rispetto al concetto tradizionale di evoluzione che si basa sul presupposto che ogni organismo possa progredire in proporzione alle sue capacità di affrontare e risolvere i problemi posti dall’ambiente, il concetto di coevoluzione rovescia la prospettiva.

Nell’ottica sistemico relazionale le persone non sono viste come “vittime” e nemmeno come “carnefici” ma come attori che possono contribuire a costruire intorno a se  l’ambiente  in cui vivere e possono renderlo più ospitale generando un clima relazionale positivo e nutriente. Nella relazione d’aiuto la dimensione coevolutiva si attualizza nella narrazione della storia del richiedente, che parte da una difficoltà e giunge alla definizione di nuove possibilità di sviluppo per l’individuo, il sistema e l’ambiente.

Il counsellor entrando a far parte di sistemi narranti, con i quali interagisce grazie al mandato del richiedente, può introdurre nella narrazione qualche differenza, generando modi diversi ed originali di coordinare le voci, nella ricerca di un’armonia che non modifica eventi e trama della narrazione, ma ne cambia la tonalità ( significati ed emozioni), portando in evidenza nuove possibilità fino ad allora non considerate o non considerabili.Help

OBIETTIVI E STRUMENTI DEL COUNSELLING SISTEMICO RELAZIONALE

L’obiettivo generale (scopo) del counselling è far sì che l’individuo riesca a potenziare le proprie risorse e a creare le condizioni relazionali ed ambientali che contribuiscano al suo benessere: favorisce la presa di coscienza dei meccanismi interiori che spesso spingono a comportamenti ripetitivi negativi, a processi di blocco, di evitamento, d’ansia e di conflitto; non mira solo a cercare l’origine delle difficoltà ma anche a far sperimentare al cliente nuove soluzioni, a stimolare un approccio creativo fra persona e ambiente.

Gli ambiti applicativi del counselling sono sostanzialmente:  prevenzione, sviluppo, sostegno e attivazione di risorse umane.  Si rivolge sia all’area dell’agio (promozione della salute e del benessere)  che all’area del disagio ( prevenzione  e relazione d’aiuto). Da un punto di vista metodologico il counselling è  un intervento professionale breve, articolato in un numero limitato  di colloqui. Il counselor in primo luogo cerca, mediante l’ascolto attivo e la formulazione di domande, di comprendere la natura del problema, le esigenze delle persone in esso coinvolte e le caratteristiche dell’ambiente socioculturale in cui esse vivono; una volta compresi i termini del problema punta a facilitarne la soluzione, senza fornire soluzioni preconfezionate dall’alto” bensì stimolando nei richiedenti quelle capacità di autoconsapevolezza, reframing (reincorniciatura), di creatività e di autodeterminazione necessarie per organizzare al meglio le risorse utili  a  pervenire il più possibile autonomamente alle  soluzioni.

I molteplici significati dellaiutoL’arte relazionale del counselling si fonda sull’abilità di offrire una forte presenza attiva “esserci consapevolmente” per entrare in contatto con il problema dell’altro, con il suo travaglio decisionale, con la sua sofferenza e/o il suo disagio emotivo, con il suo approccio rispetto al cambiamento, ed è caratterizzato dall’utilizzo da parte del counsellor di qualità personali, di conoscenze specifiche, nonché, di abilità e strategie comunicative e relazionali finalizzate all’attivazione e alla riorganizzazione delle risorse personali delle persone al fine di rendere possibili scelte e cambiamenti in situazioni percepite come difficili dalle persone stesse, nel pieno rispetto dei loro valori e delle loro capacità di autodeterminazione. Si prefigge di creare una cornice sicura ed accogliente entro la quale la persona possa sentirsi accolta,  contenuta e libera di esprimersi, così  da facilitare l’attivazione delle sue risorse intellettive ed emotive insieme alla sua capacità di cambiamento e di adattamento creativo. In altri termini gli strumenti del counselling permettono di costruire l’intervento “su misura” per ciascun richiedente, rifuggendo da ogni “standardizzazione”.

Ricordiamo infatti che un buon counsellor, durante l’intero percorso di aiuto:

  1. promuove nel richiedente la presa di decisione responsabile rispetto ai propri obiettivi di vita e lo incita a misurare gli effetti delle proprie azioni sull’ambiente circostante;
  2. permette all’interlocutore di esplorare le proprie risorse all’interno di una relazione protetta e affettivamente investita;
  3. crea, praticando l’ascolto attivo, un vuoto fertile per far emergere emozioni e sensazioni corporee.

APPLICAZIONI DEL COUNSELING RELAZIONALE ALLA PERSONA

frase counselorIl counselling, in quanto intervento di sviluppo, è la risposta più adeguata quando la domanda d’aiuto è volta  ad affrontare e superare passaggi difficili che fanno parte “della normalità” della vita. Risponde a condizioni di disagio che, per definizione, sono non patologiche  e di conseguenza non richiedono interventi di cura, ma l’attivazione o l’amplificazione delle risorse utili per favorire l’evoluzione e lo sviluppo della persona e del sistema.

Il counselling permette d’affrontare in un contesto non patologizzante situazioni che patologiche non  sono, evitando così d’insinuare nel cliente l’idea della presenza di un disturbo o di una malattia con i conseguenti effetti iatrogeni sulla persona e sul sistema. I sistemi umani evolvono attraverso il cambiamento, basti pensare alle fasi di sviluppo che scandiscono il ciclo di vita delle persone o delle famiglie e alle differenze nei rispettivi compiti evolutivi, ma cambiare in modo efficace è cosa non banale e richiede la messa in campo di risorse ampie e di varia natura che non tutte le volte è possibile trovare da soli.

Il counselling è mirato all’esplorazione e alla chiarificazione sia delle possibilità che dei vincoli del richiedente, a rinforzare l’autonomia e a scoraggiare  la formazione di qualunque rapporto di dipendenza.

Il counselling, infatti, promuove l’ “empowerment” dei richiedenti ossia: la progressiva acquisizione di capacità e competenze indispensabili per agire positivamente nel mondo, affermando il proprio diritto ad essere protagonisti del cambiamento. L’esperienza del conflitto, del dilemma e delle difficoltà nei rapporti con altre persone, nella vita privata o in quella lavorativa, in una certa misura appartiene alla normalità della vita ma non per questo è sempre possibile trovare da soli, dentro di sé o nelle persone vicine, gli strumenti necessari per fronteggiare le situazioni  in modo efficace.

L’intervento di counselling aiuta a trovare le risposte più adeguate alle situazioni che, nel “qui ed ora”, si devono affrontare, come, ad esempio, quando occorre:

  • Fronteggiare una situazione difficile, ricostruire emozioni e progettare il futuro dopo un evento traumatico.
  • Orientarsi in una scelta, prendere una decisione consapevole.
  • Superare difficoltà comunicative, gestire situazioni conflittuali, affrontare lo stress.
  • Affrontare difficoltà lavorative (mobbing, molestie, scarsa collaborazione dei colleghi, conflitti con i superiori etc.),  oppure la perdita di un lavoro.
  • Affrontare conflitti, incomprensioni e crisi nei rapporti di coppia, coniugali o familiari.
  • Affrontare un lutto o la rottura di legami importanti che possono scombussolare un normale ritmo di  vita.
  • Affrontare le conseguenze di  una malattia, di un incidente,  di una disabilità.
  • Affrontare un cambiamento improvviso e/o imprevisto. Riesaminare una situazione complessa, ridefinire esigenze ed attese.

IL COUNSELLING ALLA FAMIGLIA

La vita di una famiglia attraversa diverse fasi evolutive, ciascuna delle quali richiede differenti abilità e la capacità di cercare e di realizzare  nuovi equilibri e nuove modalità di  comunicazione e relazione. Basta pensare  a quello che succede in una famiglia alla  nascita dei figli e durante la loro crescita, soprattutto nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza. In queste fasi di cambiamento capita spesso che i genitori percepiscano il loro compito più impegnativo e che trovino  maggiori difficoltà nel comunicare fra loro e con i figli, nel gestire i conflitti che possono emergere e nel trovare un’intesa soddisfacente.

mani (2)Cambiare nella giusta direzione è un compito molto difficile da attuare e se qualcosa non funziona  si genera disagio, malessere, sofferenza, senso d’impotenza, scoraggiamento e frustrazione che possono danneggiare severamente la qualità della vita all’interno della famiglia. Il disagio, il malessere, le situazioni di sofferenza a volte esprimono  un’esigenza di cambiamento, di rinnovamento; le trasformazioni che avvengono alla nascita e durante la crescita dei figli, soprattutto nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza, coinvolgono la famiglia nella ricerca di nuovi equilibri e nuove modalità di  comunicazione e relazione.

In queste fasi di cambiamento capita spesso che i genitori percepiscano il loro compito più impegnativo e trovino a volte notevoli difficoltà nel comunicare fra loro e/o con i figli, nel gestire i conflitti che possono emergere e nel trovare, in generale, una buona intesa. Può accadere anche che uno dei membri della famiglia possa soffrire, più degli altri, di una determinata situazione di crisi, determinando una relazione, in alcuni momenti, molto conflittuale. La famiglia si può sentire in questo caso impotente, scoraggiata e frustrata. Riuscire a chiedere un sostegno che coinvolge tutta la famiglia, favorisce la possibilità di ristabilire uno sviluppo armonico delle relazioni familiari (della coppia e dei rapporti fra genitori e genitori e figli).

L’intervento di counselling rivolto alle famiglie inoltre può essere necessario per  potenziare e rafforzare relazioni, legami familiari e rapporti sociali e/o per mobilitare le risorse emotive disponibili al fine di comprendere e superare eventuali situazioni di disagio, conflitto e incomprensione per favorire i cambiamenti necessari alla nascita di un nuovo e più soddisfacente equilibrio, di nuove possibilità di relazione e  di una condizione di rinnovato benessere e vitalità.  Aiuta  a  comprendere in modo chiaro le dinamiche relazionali ed emozionali nella famiglia e a favorire la costruzione di un clima sereno in cui ciascuno possa esprimersi nel modo più completo e appagante.

L’intervento di counselling può servire quando  ci sono:

  • difficoltà di comunicazione, comunicazione non soddisfacente, inadeguata e fonte di conflitti e tensioni rispetto all’armonia del gruppo famiglia;
  • crisi della relazione tra partner, difficoltà del rapporto di coppia oppure tra coniugalità e genitorialità, che viene percepito da uno o entrambi i partner come non più rispondente alle esigenze ed aspettative personali;
  • conflitti familiari e intergenerazionali, difficoltà nelle relazioni familiari, tra i partner, tra i partner e le rispettive famiglie di origine, tra genitori e figli;
  • desiderio di miglioramento delle relazioni familiari, favorire e potenziare le risorse della famiglia a favore dell’adeguata evoluzione delle persone che la  compongono; favorire in uno o più membri del gruppo familiare un’equilibrata ed armonica espressione della propria identità comunicativa, una gestione più soddisfacente della vita affettiva e delle relazioni interpersonali, nonché favorire un’adeguata gestione dell’emotività e delle pulsioni istintuali reattive;
  • sostegno ai processi decisionali, aiuto a prendere decisioni e sostegno nei momenti di svolta dei cicli evolutivi familiari, oppure quando si devono affrontare malattie gravi, lutti, abbandoni, svincoli dalla famiglia d’origine, scelte scolastiche e di lavoro.